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SALVATORE CRUCITTI
GLORIA ZEPPILLI

Canto III

2023, videoperformance, cava di Piesberg, Osnabrück, Germania


Il carbone, storicamente una risorsa fondamentale per lo sviluppo della rivoluzione industriale, oggi è uno dei fattori scatenanti la crisi climatica.

Nel luogo dello sfruttamento delle risorse umane e naturali, la cava di lignite, un gruppo di individui gira in cerchio con il solo scopo di seguire uno stendardo bianco senza alcuna dichiarazione. La nostra specie si è trasformata da semplice agente biologico a forza geologica, come descritto dall’articolo “The Climate of History” di Dipesh Chakrabarty (2009). Questo è uno dei motivi per cui la comunità scientifica ha definito “Antropocene” l'attuale epoca geologica, nella quale l'essere umano con le sue attività ha modificato strutture territoriali e climatiche, impattando sui processi geologici (Crutzen 2000). Alcuni ricercatori fanno coincidere l’inizio dell’Antropocene con l’inzio dell’industrializzazione dello sfruttamento massiccio dei combustibili fossili della nascita dei prodotti di sintesi e dalle estinzioni di specie (Lovelock 2019).

Come per la “Legge del contrappasso” descritta nella Divina Commedia di Dante, in questo momento storico l’umanità sta subendo le conseguenze dei propri errori. Ma questa tematica continua a non essere presa seriamente in considerazione da grande parte della popolazione. Gli studi sull’Antropocene non vengono percepiti come analisi scientifiche e quindi reali possibilità ma come opinioni socio-politiche da poter evitare. La ricerca artistica intrapresa per questo progetto si affida a studi antropologici ed estetici, che tendono ad esplorare nuovi percorsi per la progettazione di nuove forme di comunicazione con l’intenzione di provocare il pensiero critico dello spettatore, contribuendo alla sua consapevolezza.

Il progetto

Il progetto, una serie di video e videoperformance, è stato realizzato nella miniera e nella cava di Piesberg ad Osnabrück. La serie è ispirata al Canto III dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. In questi versi, Dante e Virgilio incontrano gli "Ignavi": coloro che durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male, limitandosi a seguire sempre le idee di chi detiene il potere. In questo Canto vediamo attuata per la prima volta la “legge del contrappasso”, un principio che regola la pena che colpisce i rei mediante il contrario della loro colpa o per analogia a essa. Dante descrive così la loro pena: essi vengono costretti a inseguire nudi per l’eternità una ’nsegna bianca (uno stendardo senza alcuna rappresentazione o dichiarazione) che corre veloce e gira su sé stessa, simbolo della loro incapacità di decidersi, mentre vespe e mosconi li pungono di continuo. La 'nsegna: uno stendardo, da alcuni interpretata come un cencio senza valore.

L’azione nelle performance sarà direttamente ispirata alla pena descritta da Dante nel terzo canto dell’Inferno dedicato agli "Ignavi": un gruppo di performer, di cui uno di loro tiene in un grande stendardo bianco (‘nsegna), procede in fila attraversando gli spazi della cava e della miniera.